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Il centro italiano

Il centro Italo-Russo per le ricerche su mass-media, cultura e comunicazione

Alla ricerca del vino – nel sottosuolo (Woman's Journal). Eugenia Selisceva

Gli amatori dei vini diventano sempre più esigenti e le case vinicole, per conquistare la loro fedeltà, ormai puntano non solo alle caratteristiche organolettiche del prodotto, ma anche sulla sua storia abilmente proposta con curiose visite guidate. In Piemonte tutti gli interessati possono “scendere” verso le “fonti” del primo spumante italiano Gancia Asti. Geograficamente la “discesa” comprende tre livelli nel sottosuolo che rappresentano un vero labirinto di cantine, le cosiddette “chiese sotterranee” estese addirittura per un paio di chilometri in profondità. Alcune cantine appartengono ormai alla storia: in questi musei si fa un’altra discesa, questa volta cronologica, fino alla metà dell’Ottocento, quando nacque l’analogo italiano del famoso champagne francese. A crearlo fu Carlo Gancia, fondatore della casa vinicola “Fratelli Gancia”, che riuscì a trapiantare le esperienze francesi sul suolo italico, sostituendo il tradizionale vitigno di pinot con il moscato, tipico del Piemonte. La nostra visita sarà guidata da Lamberto Vallarino Gancia, attuale presidente della compagnia. In russo la nostra guida non sa dire altro che “Na zdarovie” (Alla salute), ma fortunatamente le mura di queste cantine sono più eloquenti delle persone stesse.

Scendiamo – naturalmente accompagnati da un bicchiere di spumante! – incominciando dalla cantina Polveriera, ormai “ripostiglio” per le locandine storiche e i diplomi di diversi concorsi. All’epoca della fondazione però il nome della cantina non era metaforico: i continui esperimenti con la forma della bottiglia che non era ancora ben definita davano spesso origine alle fragorose esplosioni dei modelli non riusciti che sollevavano nubi di polvere.

Le bottiglie superstiti dalle esplosioni passavano dalla Polveriera all’Infernotto: in ogni caso, questa cantina ricorda l’Inferno solo per il buio eterno in quanto le sorprese che andremo a scoprire saranno piuttosto paradisiache. Appena l’occhio si abitua alla scarsa illuminazione, si intravedono le botti di spumante ammucchiate: la casa vinicola conserva qui, da 150 anni, le sue migliori raccolte. L’immagine stuzzica la fantasia tanto più che le pareti dell’Infernotto sono coperte dalle storiche testimonianze dell’alto valore di questi tesori enologici: tra gli altri visitatori che furono accolti qui, ad esempio, spiccano Mussolini e il re Umberto di Savoia. Fu questo ultimo ad attribuire alla casa Gancia il titolo di fornitore ufficiale della corte imperiale. Invece il principe russo Dmitrij Romanov, anche lui tra gli ospiti speciali delle cantine, consentì agli enologi piemontesi di produrre la famosa vodka Romanoff.

Giunti a questa tappa, diventa impossibile tornare indietro e incomincia ad essere palpabile l’importanza del nostro accompagnatore, presidente e sportivo appassionato: capace di attraversare il sottosuolo pure ad occhi chiusi, Lamberto ci fa entrare nelle “gallerie”, un vero labirinto di corridoi che circondano un’enorme cantina di quasi cento metri di lunghezza. Proprio qui il passato della casa vinicola incontra il suo presente attraverso una grandissima esposizione di attrezzi antichi usati ancora dal “bisnonno” e di premi sportivi vinti dai Gancia in qualità sia di sponsor che di atleti (la nostra guida è il campione europeo e mondiale di off-shore). Concludono l’esposizione i macchinari moderni che ci forniscono alcuni dettagli tecnici della produzione dello spumante. Ad esempio, veniamo a sapere che per ottenere la schiuma bisogna tenere le bottiglie in fermentazione nel senso orizzontale – perciò si sistemano in mucchi regolari, sostenuti da asticelle di legno.

L’ultima tappa dell’inebriante itinerario sono “le chiese sotterranee” Gancia, il “sacrario” dove dall’uva nasce il vino. Sotto le volte di mattoni sono piazzati delle enormi presse e le vasche termiche che contengono ben 80 mila litri, destinate alla fermentazione e alla conservazione del mosto. Questa cantina, ultima nel sottosuolo, è la nostra ultima prova e anche la più difficile – i risultati delle degustazioni diventano sempre più tangibili, mentre l’ascensore è riservato solamente ai mezzi tecnici: chi non trova le forze per superare le scale (ci troviamo pur sempre al terzo piano sotterraneo) potrà salvarsi solo fingendosi materiale vinicolo. Questo non sarà particolarmente difficile per i degustatori più incalliti: la casa vinicola Gancia, oltre allo spumante, produce anche vini tradizionali, vermout, liquori assortiti e grappe.

D’altro canto, restando nel sottosuolo ancora per un pò, magari avrete la fortuna di vedere il momento in cui le cantine sotterranee Gancia saranno riconosciute parte del patrimonio mondiale UNESCO (le discussioni in proposito sono già avviate) e di accogliere la delegazione ufficiale da indigeni.

Approfondire: http://www.gancia.it/it/cantine.php