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Il centro italiano

Il centro Italo-Russo per le ricerche su mass-media, cultura e comunicazione

La Russia e’ diventata la sua nuova nazione. Marjana Bondar

Il Giornalista, il periodico della facoltà di giornalismo dell’Università Lomonossov di Mosca
Numero speciale, giugno 2003

Mauro Mondadori vive in Russia da poco tempo. Da sette mesi lavora come manager generale in un ristorante italiano a Mosca. A differenza della maggioranza degli stranieri che fanno business in Russia, Mauro non soltanto guadagna i soldi senza alcun gusto, ma trova piacere nel suo lavoro. Il lavoro nel ristorante «Settebello» e’ la sua vita. Lui dice: «Io sono il ristorante». Ed i clienti abituali dicono che vanno a mangiare dall’amico Mauro. Il pubblico del ristorante e’ privilegiato. Conoscendo tutti i visitatori del «Settebello», ricorda i loro capricci e i loro vizi.

Qui in Russia Mauro Mondadori ha realizzato una fantasia italiana. Ha trasformato «Settebello» – un treno che trasportava i pendolari da Milano a Roma – in uno dei migliori ristoranti italiani a Mosca. Per i viaggiatori, quel treno non era solo un mezzo di trasporto, ma anche un piacevole posto dove scambiavano delle opinioni e passavano dei bei momenti. Per i clienti di Mauro, il «Settebello» non e’ solo un eccezzionale ristorante, ma anche un posto dove sempre c’e’ un amico che li aiutera’ per ogni tipo di problema.

Nel «Settebello» c’e’ sempre una atmosfera serena. Quando si entra nella sala si sente l’intimita’ e comodita’ domestiche. Li’ non c’e’ la gente inutile. Tutti si conoscono, tutti sono gli amici. Di questo si puo fare merito a Mauro. Prima di venire a Mosca Mauro ha viaggiato molto. Suo padre era un calciatore professionista e per questo la famiglia di Mondadori cambiava spesso citta’. Mauro e’ nato a Napoli, ma all’eta’ di 13 anni con i genitori si e’ trasferito a Tolentino, provincia di Macerata, paese natale di sua mamma. Ha fatto corso di studi presso all’universita’ di Perugia. Nel 1992 si e’ laureato in economia commercio. Ed e’ venuto proprio il momento di fare la scelta nella vita. «La mia carriera all’inizio sembrava dileniata verso un lavoro di commercialista e un altro campo».

Mauro ha deciso di continuare la sua istruzione all’estero. E’ andato a New York, dove ha preso un master in economia in restorant business all’universita’ di Columbia. La scuola gli ha trovato un impiego come il manager generale di ristorante di Miami. «Da li’ ho cominciato la mia carriera. Ho lavorato a Miami, poi ho lavorato nella piu’ grande catena di ristoranti di Los-Angeles per 14 mesi, dove i miei clienti abituali erano De Niro, Al Pacino, Stallone».

Negli Stati Uniti Mauro ha incontrato una ragazza svedese, che gli ha fatto pensare di ritornare piu’ vicino «di casa». E insieme sono tornati in Europa. Mauro ha fatto due contratti a breve termine prima a Londra e un altro a Parigi. Poi e’ andato in Scandinavia. E’ stato per 5 anni e mezzo a Stoccolma, in Svezia e per 10 mesi a Oslo, in Norvegia.

L'anno scorso Mauro ha preso la decisione: «Adesso voglio fare quello che io sento». E’ arrivato qui a Mosca, senza conoscere nessuno, con visto procurato a lui in maniera piu’ o meno legale. Prima di venire in Russia ha gia’ parlato cinque lingue. E tutte le parlava quasi perfettamente. Di russo invece sapeva soltanto alcune parole: «da» - «si’», «net» - «no», «privet» - «ciao», «spassibo» - «grazie». «E’ stato il periodo un po’ difficile. E’ chiaro perche’: non ne hai nessun amico, non conosci nessuno. Pero poi dopo la Russia e’ stata la mia sesta nuova nazione».

Un giorno all’ambasciata italiana Mauro ha conosciuto il capo cucine del risorante «Settebbello», Luidi Di Sipio. E’ nata un’amicizia molto forte con lui. Luigi gli ha detto: «Stiamo cercando un manager di ristorante. Conosci qualcuno che sa fare questo lavoro?». E Mauro ha risposto: «Penso che nessuno a Mosca sappia fare questo lavoro come io lo so fare!». Ha avuto un incontro con i proprietari del ristorante, due ragazzi della sua eta’. Con loro e’ entrato subito in buona sintonia. Da li’ hanno cominciato la loro avventura insieme. Un'avventura che sta portando il ristorante «Settebello» ad essere uno di migliori di Mosca.

Dopo aver lavorato per tanti anni nei posti migliori del mondo, molti hanno pensato che Mauro era un pazzo a venire a Mosca. Ma e’ stata una questione di gusti. Ha avuto una fidanzata russa. Perche’ e’ venuto qui due volte nel 1991. Il ricordo lasciato nel suo cuore della Russia e’ di come sono le donne. «Mi e’ sempre fatto pensare che un giorno sarei ritornato qui. Qui c’e’ la donna del mio futuro». La sua donna e’ la donna che ha stile, bello stile che non c’e’ piu’ oramai nei paesi occidentali. Secondo lui, le donne in Italia, Svezia, Norvegia, Francia, Inghilterra caminano, parlano, lavorano e mangiano come gli uomini. A Mauro questo non piace. Ritiene che una ragazza russa e’ piu’ bella di una ragazza italiana. «Non soltanto per caratteristiche fisiche, ma per uno stile che le italiane non hanno. La donna russa e’ piu’ donna. Sa valorizzarsi col trucco, sa che servono le scarpe col tacco alto».

Ogni nazione ha delle caratteristiche belle altre brutte. E Mauro le vede. Dice che, se in Svezia stai morendo per strada, la gente ti guarda ma non ti aiuta. Qui in Russia, si rammenta Mauro, tre mesi fa, quando gli hanno cercato di rapinare all’uscita della metropolitana, gli hanno dato una botta in testa. Erano in due e non poteva fare niente. Pero’ sono arrivati due ragazzi russi che si sono messi a fare a botte con questi due ladri solo per aiutare Mauro.

Mauro e’ sicuro che le persone russe sono calde dentro come le italiane. Ma russi hanno una caratteristica brutta – c’e’ la poca volonta’ e la poca predisposizione al lavoro. Alla gente russa non piace lavorare. «Se si puo mangiare un uovo oggi oppure una gallina domani, la gente mangia uova oggi. Non esiste pianificazione, non esiste sacrificio per giungere ad una meta. Ed e’ per questo che molti stranieri che vengono a Mosca sono chiamati qui per insegnare alla gente a lavorare. Il mio lavoro non e’ solamente quello di fare la bella faccia italiana nel «Settebello». Ma quello di insegnare il personale, che lavora nel ristorante, come si lavora».

La gente sa che quando viene al «Settebello» ha un servizio che non esiste negli altri ristoranti a Mosca. Perche’ negli altri ristoranti il lavoro russo e’: il cliente arriva, viene servito, paga, saluta ed esce in modo freddo. Nel «Settebello» Mauro e la sua squadra cercano da dare la cortesia, servizio, amicizia alla gente. L’ottanta percento della clientela non chiama al «Settebello» per riservare un tavolo, ma chiama a Mauro. Perche’ identifica questo ristorante proprio con lui. «E’ quello che ho sempre voluto in tutti posti dove lavoravo. Che la gente pensi a me non come un capo del ristorante, ma come un amico dove andare a mangiare».