ðóññêàÿ âåðñèÿ  acebook twitter mappa del sito

Il centro italiano

Il centro Italo-Russo per le ricerche su mass-media, cultura e comunicazione

Le trappole senesi. Eugenia Selisceva

All’inizio Siena mi sembrò una città piccola, perchè il suo centro storico è circondato da un muro. Ma poi si capisce anche che tutte le colline vicine fanno parte di Siena, altrimenti non ci si spiegherebbe perchè lì ci sono così tanti autobus. I loro itinerari sono così numerosi che io, dopo un mese, non riuscii ad apprenderli tutti: convalidando il mio bigliettino ero tutt’altro che sicura di dirigermi nella direzione giusta. Quindi, tra noi, Siena e me, si stabilirono delle relazioni romantiche: entrambi ci appassionammo ai percorsi complicati dalle belle sorprese.

Di sera andavo in piazza del Campo che si presenta come uno spazio enorme, ricoperto di pietra, a forma di anfiteatro, i cui “settori” si incrociano di fronte al Palazzo Pubblico, che funge contemporaneamente da municipio e da museo. Parlando in piazza con i “senesi senesi” capii che loro si rendevano ben conto del carattere speciale della loro città e se ne riempivano d’orgoglio.

Il campanilismo italiano è perfettamente e assolutamente espresso dal modo di vivere senese: questa città medievale conservò i suoi confini, le sue tradizioni, le sue feste municipali. Un italiano, nato in un altro paese e venuto a Siena per qualche giorno, di sicuro avrà dei problemi – magari anche più di uno straniero: per ricevere il permesso di parcheggio (ovviamente fuori dal famoso muro), talvolta bisogna aspettare dei giorni, soprattutto se si arriva alla vigilia del Palio.

Il Palio è l'orgoglio dei senesi e, nello stesso tempo, oggetto di vivaci discussioni. In tutta franchezza, è una festa medievale, la festa delle grandi corse di cavalli, ma non solo. Il Palio è l'incarnazione della storia cittadina, del suo carattere, del trascorrere la sua vita. Ci è collegato un mucchio infinito di regole, cerimonie, superstizioni. Vincere o fallire il Palio significa per molti senesi la gioia più genuina, quasi pazza, o anche la tristezza più nera – dipende dalla “comune” a cui appartengono. Siena fino a oggi è divisa in 17 “comuni”, le cosiddette “contrade”, ciascuna delle quali occupa una zona della città. Proprio queste contrade sono le “squadre” che mettono in competizione i loro cavalli e i loro fantini.

Molti pensano che tutto questo non fa che complicare la vita ed è perfino pericoloso: infatti, il percorso è difficile, soprattutto per le curve della piazza del Campo dove si svolge la gara e i cavalli e a volte persino i fantini si fanno male. Ma da secoli il 2 giugno e il 16 agosto lo stesso fanno impazzire tutta la città, i cui abitanti indossano i vestiti medievali e fanno il tifo per i loro cavalli per poi raggiungere lo scopo finale che è naturalmente quello di divertirsi ubriacandosi.

Vorrei aggiungere qualche umile parola anche su questo argomento. Dopo aver eseguito una ricerca quasi scientifica in piazza del Campo e nei suoi dintorni arrivai a questa conclusione: a Siena si beve il Chianti, e questa è la scelta più ovvia considerato che è un tipico vino toscano.

A Siena non si ha paura di stare fuori la notte: grazie al carattere estremamente chiuso della città non c’è criminalità a parte qualche rissa notturna tra alcuni ubriaconi che non hanno nemmeno loro lo spazio necessario per picchiarsi: le strade sono troppo strette. Stando a Siena, è molto più pericoloso confessare pubblicamente la propria origine fiorentina, perchè molti anni fa Firenze ha privato Siena della sua egemonia sulla vita toscana e, naturalmente, i senesi non possono perdonarglielo fino a oggi.

Comunque, noi possiamo fare questa confessione solamente scherzando – a meno che non rendiamo il nostro italiano perfetto all’Università per Stranieri di Siena – quella dove ho trascorso un bellissimo mese estivo – dividendomi tra l’aula e la mia amata piazza del Campo, dove vorrei tanto ritornare!

“Io son partito poi così d’improvviso che non ho avuto il tempo di salutare...”